Piove...
Più non si vede
al di là di
questi vitri
dipinti di gocce di pioggia.
L’acqua che gocciola
traccia un sentiero,
onduloso, trasparente,
celere,
fino a cadere
melodioso,
ritmico,
lacrimoso,
diventando pozza.
I miei pensieri
vagano tra le stille
e fingono percorrere
il sentiero dall’acqua.
Dove mi porterà
il compassato battuto
dalla pioggia?
Plic, plic, plic...
Gioco ad indovinare
il destino capriccioso
di queste gocce
pellegrine,
vivaci,
ballerine,
audaci.
Ruscelli, sorgenti,
fiumi, mari,
di chi saranno ospiti?
Dove si riposeranno?
Increspate sulle onde,
sospese nelle novole,
cristalli nei fiocchi,
nutrimento nei suoli.
L’acqua si metamorfosa.
È vita e vive.
Apro la finestra.
Voglio respirare,
pioggia.
Qualche goccia
nel vento viaggia
sul mio volto si posa,
carezza tenera,
vellutata e calda.
L’acqua ha memoria.
Ogni goccia, una storia.
Ogni ciclo, un viaggio.
Questa goccia, con se, porta
l’eco di una voce grave,
il lamento rauco
di un’assenza presente,
l’angoscia di un’attesa
che non aspetta mai,
l’ombra che occupa
un’angolo ormai vuoto.
E piango.
Le gocce di pioggia
lacrime diventano,
come tu sei diventata
ricordo intangibile,
immagine riscattata
da un tempo profumato
di abbracci e risate.
E piove.
E piango.
Non distinguo più
le lacrime dalle gocce.
Insieme saranno ormai
sempre acqua,
custodia di una vita
verso il mare
verso il cielo,
laggiù, lassù,
dove ti trove tu
sempre con me.
Luminosa poesia
che unisce
ricordi ed acqua
pioggia e pianto.
Smisurato amore
immane dolore
che il tempo non allevia
che nessuno balsamo cura.
L’amore non si secca
È fontana abbonante,
eterna e squillante.
E il mio amore per te
è ricordo costante.
E, come l’acqua,
non muore mai.
María Magdalena Vila Barbosa
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